San Camillo diceva che i malati sono l’immagine viva di Cristo; era convinto che la cura dei malati fosse una vera forma di preghiera. Nel 1586 San Camillo fondò a Roma “La Compagnia dei ministri degli infermi”; in tal modo si formò l’Ordine religioso dei Camilliani che è uno dei più importanti ordini religiosi ospedalieri.
I suoi religiosi servivano i malati con molta cura: indossavano una croce rossa e si dedicavano all’assistenza dei malati anche a rischio della propria vita. San Camillo sosteneva che un buon ministro degli infermi muore all’ospedale; quello che affermava lo ha dimostrato con la sua vita: pur essendo afflitto da una grave ferita alla gamba, trascorreva ore al capezzale dei malati. La celebre frase “METTETE PIÙ CUORE IN QUESTE MANI” nasce dalla sua profonda convinzione che ai malati bisogna dare AMORE. È noto che San Camillo ha rivoluzionato l’assistenza sanitaria introducendo l’igiene negli ospedali e la formazione professionale per gli assistenti. Fu tra i primi a considerare la sofferenza del paziente come sacra. Per questo Papa Leone XIII nel 1886 dichiarò San Camillo PATRONO dei MALATI E DEGLI OSPEDALI. Camillo muore a Roma il 14 luglio 1614. Dopo la morte, si verificarono presso la sua tomba molte guarigioni inspiegabili. Questo contribuì alla sua canonizzazione proclamata da papa Benedetto XIV nel 1746. La santità raggiunta da San Camillo scaturisce da un percorso di vita molto tortuoso e tenebroso. A tredici anni era un piccolo ribelle, accompagnando il padre da un presidio militare all’altro, assumeva un atteggiamento da “bravaccio involgarito”; dal padre assimilò la passione per il gioco delle carte. Preso dalla frenesia per il gioco si ridusse in povertà, elemosinando davanti alle chiese. Vagabondava senza meta e durante un viaggio al convento di San Giovanni Rotondo nel 1575 incontrò un frate che cambiò la sua vita. La famosa frase che diede una svolta decisa alla sua vita fu “DIO È TUTTO; IL RESTO È NULLA”. Da quel momento chiede al Signore di dargli “TEMPO PER PIANGERE A LUNGO DEI SUOI PECCATI”. San Camillo si rivolge al Signore dicendo: “HO PECCATO! PERDONA A QUESTO GRAN PECCATORE”!

 

Giuseppina Ronsisvalle