La pubblicità nei mercati

 

Le imprese usano diverse strategie per allargare la propria quota di mercato e massimizzare il profitto.
Sono ben note le strategie “promozionali”, come la dilazione dei termini di pagamento, la concessione di premi ai clienti più fedeli (per esempio la raccolta punti). Nelle imprese di maggiori dimensioni, in particolare in quelle oligopolistiche, l’attività di marketing è complessa perché bisogna studiare, non solo le motivazioni di acquisto dei consumatori, ma anche le politiche promozionali e pubblicitarie.
Pertanto, per migliorare il posizionamento nel mercato, ogni impresa cerca di elaborare una valida strategia. Si può ricorrere alla strategia della “riduzione dei prezzi” per costringere le imprese concorrenti ad uscire dal mercato; ma la più importante strategia, non basata sul prezzo, è la pubblicità.
Per le singole imprese la pubblicità è un costo, che viene sommato agli altri costi di produzione; però, gli imprenditori sono consapevoli degli effetti vantaggiosi che produce la pubblicità. I settori che spendono di più in pubblicità sono: il settore automobilistico, alimentare, cosmetico e quello dell’abbigliamento. In Italia gli investimenti pubblicitari sono molto alti perché hanno l’effetto di aumentare la domanda dei consumatori. I giovani sono i primi a conoscere i nuovi prodotti tecnologici e premono sul portafoglio dei genitori per acquistare le novità offerte in vendita nei centri commerciali. Del resto, la pubblicità crea bisogni che si basano su “fattori emotivi”; in tal modo viene limitata la sovranità del consumatore, perché spinge le persone ad acquistare beni non necessari, dando avvio al “consumismo”. La tendenza moderna è quella di passare un pomeriggio al centro commerciale, piuttosto che stare con gli amici o fare altre attività.
I messaggi pubblicitari arrivano non solo attraverso la televisione ma principalmente con i siti internet e bisogna legalmente proteggere i consumatori da questa pubblicità aggressiva e non veritiera. Se la pubblicità vuole avere un ruolo positivo deve essere “informativa”, cioè deve far conoscere le caratteristiche effettive del prodotto venduto per facilitare le scelte di ogni consumatore.

 

Prof.ssa G. Ronsisvalle