Il consumo è l’inverso della produzione e consiste in un processo mediante il quale si ricavano utilità da una ricchezza con la sua distruzione immediata o lenta (beni di consumo durevole) e si soddisfano in tal modo i bisogni dei soggetti economici. È il fine ultimo di ogni attività economica, la quale, come sappiamo, tende ad appagare direttamente o indirettamente i bisogni umani. Il consumo è di godimento se soddisfa immediatamente un bisogno; è produttivo se serve ad accrescere l’utilità d’un bene. È un esempio di consumo la trasformazione del fiocco di cotone (poco utile) in filato (più utile) e successivamente in tessuto (ancora più utile). Qualche autore parla di consumo distruttivo con esso non appaga nessun bisogno (es.l’incendio di una nave, d’un magazzino). Gli studi sui consumi, ossia le indagini riguardanti l’utilizzazione di beni e di servizi per il soddisfacimento immediato dei bisogni, hanno assunto in periodo recente una grande importanza sia sul piano microeconomico sia, soprattutto, su quello macroeconomico. Essi tendono a prevedere e accertare, con maggiore aderenza alla realtà (e quindi riducendo al minimo i margini d’errore, i bisogni cui debbono far fronte le imprese private e pubbliche, Stato compreso.