Di recente, anche nel Parlamento italiano, ha tenuto banco la questione ambientale riguardante l’utilizzo di termovalorizzatori e inceneritori. Tema che si è scaldato negli ultimi giorni al Governo, sollevando polemiche e tensioni tra i vari gruppi parlamentari. In particolare, il dibattito fa riferimento all’eventuale impiego che il Governo starebbe mettendo a punto per la “Terra dei Fuochi” in Campania, da diversi anni al centro della questione. Tuttavia, quando si parla di termovalorizzatori e di inceneritori non si fa assolutamente riferimento al medesimo mezzo di smaltimento dei rifiuti. L’inceneritore è infatti un impianto utile allo smaltimento dei rifiuti che funziona tramite distruzione dei materiali inerti. Sostanzialmente, i rifiuti presenti vengono “inceneriti” e si possono ricavare materiali utili all’edilizia. Tuttavia, le ceneri di scarto rappresentano circa il 30% del peso complessivo dei rifiuti da scartare. Una percentuale considerevole, visto soprattutto quante tonnellate di spazzatura vengono ogni giorno scartate. Nasce pertanto una questione ambientale non di poco conto, legata anche alla poca efficienza che tali impianti mettono a disposizione: occorrono infatti grandi quantità di energia per ottemperare al processo di combustione. Per quanto riguarda i termovalorizzatori, il processo di combustione avviene in maniera del tutto simile a quello degli inceneritori, però essi rappresentano un’importante risorsa per lo smaltimento, ma soprattutto per l’impiego di energia che si ricava dalla combustione. Da precisare che la migliore soluzione rimane sempre il riciclo, sebbene non tutti i materiali siano riutilizzabili. Questo perché, nonostante i termovalorizzatori presenti in Italia abbiano evitato l’emissione di centinaia di tonnellate di anidride carbonica e il consumo di altrettante quantità di petrolio per il riutilizzo di combustibili fossili, rimane tuttavia viva la questione inquinamento ambientale. Dagli impianti di termovalorizzazione vengono rilasciate delle quantità, seppur minime, di diossine che non si sa se, anche in minori quantità, possano nuocere alla salute umana. Tuttavia, in relazione all’impatto ambientale, incentivare l’impiego dei termovalorizzatori allo stato attuale sembrerebbe l’opzione più ragionevole.

 

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