Dopo le recenti sentenze della Cassazione emerge un unico verdetto: l’assegno post-divorzio non sarà più erogato sempre e comunque. Ma soltanto in alcuni casi. Infatti, quando due coniugi decidono di divorziare, non è sufficiente lo squilibrio economico e il reddito più elevato di una delle due parti per far scattare l’assegno di divorzio. E’ ritenuto inaccettabile il fatto che il ricco debba pagare al più debole economicamente tutto ciò che per lui è sostenibile. Anche perché in questo caso, si tratterebbe più di un prelievo forzoso in proporzione ai redditi posseduti.
Questo è dunque quanto ribadito dalla Suprema corte con le tre sentenze di ottobre dove vengono ridefiniti confini e caratteristiche dell’assegno. Per l’erogazione di quest’ultimo infatti è stato sottolineato il parametro dell’autosufficienza economica. Vale a dire che l’assegno non viene più visto come uno strumento di continuità degli effetti patrimoniali del matrimonio precedente. Bensì dovrà essere versato all’altra parte solo quando quest’ultima risulti non indipendente economicamente, oppure non sia effettivamente in grado di esserlo.
La Cassazione è infatti tornata un anno dopo la sentenza del 2018 con i giudici che hanno affermato che per attribuire e quantificare l’assegno di divorzio occorre individuare un “criterio integrato”, basato sulla “concretezza e sulla molteplicità dei modelli familiari attuali”. Non vi sarà più pertanto soltanto un aspetto assistenziale, ma la funzione del nuovo assegno sarà anche compensativa. Vorrà dire che sarà presa in considerazione non solo dell’indipendenza economica (o della possibilità di conquistarla) ma anche del contributo del coniuge più debole economicamente in grado di formare il patrimonio comune e anche quello dell’altro coniuge. Precisano i giudici che non basta uno squilibrio economico, ovvero un coniuge più ricco dell’altro, a determinare automaticamente il diritto all’assegno di divorzio. Questa dunque sarà una svolta epocale che dovrebbe sancire una maggiore equità. Pertanto i benefici economici post-divorzio non saranno più dovuti aprioristicamente, bensì verranno considerati volta per volta, tenendo conto di più fattori.