Giorgia Meloni al G20

 

Giorgia Meloni è stata nei giorni scorsi tra gli ospiti d’onore al G20 tenutosi a Bali, in Indonesia. La nuova premier italiana, partecipando ad uno dei più importanti incontri di caratura internazionale, ha sin da subito rotto il ghiaccio con un intervento “sulla salute” e ha ricevuto, in particolare, due complimenti illustri, sia da parte del presidente del Sudafrica che da quello del premier canadese. A tenere banco è tuttavia l’incontro tra Giorgia Meloni e il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il quale alla sua vista esordisce così: “Cara Giorgia, ti faccio in primo luogo le mie congratulazioni, te le meriti perché innanzitutto sei l’unica donna in questo tavolo di soli uomini”. Un attestato di stima importante ma soprattutto un approccio propedeutico al proseguimento di un dialogo costruttivo. Un confronto lungo circa un’ora in un inglese fluente e senza la reale necessità di traduzione, ma soprattutto denso di argomenti da affrontare: dalla Cina all’Ucraina, passando per le relazioni bilaterali e il tema relativo alla crisi energetica. Tra i momenti salienti del “face to face” vi è da ricordare che la premier chiede espressamente una mano a Biden relativamente alle forniture e ai prezzi del gas liquido. Quest’ultimo arriva Italia proprio dalle aziende private americane. Non si fa attendere la replica del leader americano: “Ti prometto che me ne occuperò, cercherò di venire incontro alle esigenze del tuo Paese”. Tuttavia, le richieste in questi casi non possono essere unilaterali ed ecco allora che il Presidente degli Stati Uniti ci tiene a fare chiarezza con la premier italiana sulla posizione dell’Italia nei confronti della Cina, un Paese considerato partner commerciale imprescindibile ma che allo stesso tempo potrebbe rappresentare una minaccia sistemica. Tale sottolineatura sarebbe stata doverosa, viste anche le posizioni assunte dai governi precedenti, Conte in primis, ritenuto il firmatario del memorandum della “Via della Seta”. Alla fine dell’incontro, sembra essersi stabilita una certa sintonia all’interno dello staff americano per l’affidabilità rilevata nel dialogo con il nuovo Capo del Governo.

Alessandro Milazzo